A tu per tu con. David Tischman autore di Heroine Chic
David, vive a New York, precisamente a Brooklyn, ha alle spalle una carriera come fumettista e dall’ottobre del 2015 ogni lunedì, racconta le vicende di Zoe Porter, alias Heroine Chic: la prima super eroina Fashion!
Zoe, ha 24 anni e dopo essersi laureata in design è riuscita a realizzare il sogno della sua vita: lavorare nel mondo della Moda. Ha infatti trovato lavoro presso Dyna Cuff una stilista molto affermata che crea costumi per Supereroi. Dyna è un vero e proprio genio però, lavorare per lei non è affatto semplice e i suoi clienti supereroi sono vanitosi e insicuri.
Ma Zoe, sognatrice e senza super poteri, sa comunque essere padrona della sua vita, perchè è una sorta di eroina moderna, tostissima e con le idee chiare.
Moda e fumetti: come ci si è evoluti.
Quello della comic – fashion è un binomio che non smette di dilagare.
I primi passi mossi dai fumetti nel mondo della moda consistevano nell’approccio base della stampa del fumetto su accessori o capi d’abbigliamento. I comics e gli eroi di carta che affascinano e conquistano intere generazioni, vanno alla conquista del glamour: sono molti i produttori e i designer a creare capi o accessori con stampe-fumetto.
Abbandonando la concezione del fumetto come trend, questa forma d’arte, se così può intendersi, viene utilizzata nella moda per promuovere un prodotto. Nascono così campagne pubblicitarie ad alto “impatto visivo”, volte a fissare il prodotto o il brand nella mente del consumatore.
Ma torniamo a noi, perchè dopo aver letto i primi Capitoli di Heroine Chic non ho davvero saputo resistere, ho scritto a David e gli ho proposto l’intervista che trovate di seguito.
Buona lettura!
Ciao David, iniziamo con qualche classica domanda riguardo al tuo interesse per i fumetti così come per il tuo lavoro.
Brevemente, qual è stato il tuo percorso?
Ho iniziato a leggere i fumetti in quarta elementare; era un numero della “Legion of Super-Heroes”, una squadra di eroi adolescenti dai super poteri ambientato nel 30° secolo, e così è scaturita la passione. In “Heroine Chic” creo sempre eroi dai poteri chiaramente riconoscibili – un ragazzo che corre veloce, beh, si tratta di Flash, e poi c’è Quicksilver, e c’è una dozzina di altri eroi caratterizzati dalla velocità. E quando penso al tipo di eroe che mi serve, il pensiero ritorna incessantemente alla “Legion”. Anche per i costumi. Ma tu hai chiesto come ho iniziato … stavo lavorando a Hollywood e mi incontrai con il leggendario autore di fumetti e artista Howard Chaykin, da ragazzino avevo letto i sui libri. Howard e io diventammo amici, e presentammo alcune idee alla DC Comics. Barnum!, la storia di P.T. Barnum e di sei fenomeni da baraccone che salvarono gli Stati Uniti nel 1888 è il primo lavoro che abbiamo venduto – ma penso che la nostra storia “Il figlio di Superman” fosse la prima cosa che pubblicai.
Quali capacità deve avere un autore di fumetti?
La pazienza. (Qualcuno ha riso?) Lo dico sempre come battuta, ma è la verità. Il fumetto richiede tempo. La scrittura richiede tempo, ma i fumetti ne richiedono di più. La stesura di un
numero di 20 pagine di fumetti per la DC o la Marvel richiede alla maggior parte degli artisti 5-6 settimane già solo per il disegno, poi c’è l’inserimento dei testi e la colorazione – e il tutto deve essere sottoposto a revisione. E poi pubblicato. Ci vuole molto tempo.
Questa è una delle cose che amo nella moda e che ammiro nei designer – puoi fare tutto, puoi realizzare un capo, seguendo il tuo ritmo; e quando è fatto, è fatto. È finito. Pronto per essere indossato. Non è una gratificazione immediata, ma per un designer che realizza i propri vestiti…dev’essere così gratificante poter controllare tutto il processo e vedere fisicamente il risultato, secondo i tuoi ritmi.
Come ti è venuta l’idea di Heroine Chic?
La prima volta che ho visto dei leggings non erano nero carbone. Vivo nel mondo dei fumetti. Quando vedo una donna che indossa dei leggings con sopra delle saette, per me quello è un costume da supereroe!
Era la prima volta in cui degli abiti – sportivi o eleganti – assomigliavano a quelli che si trovano su una tavola di fumetto.
Quell’idea continuava a girarmi per la testa … non credo che i supereroi siano portati per il cucito. Sebbene penso ci siano state scene di Spiderman alle prese con ago e filo, ma in ogni caso … come fanno gli eroi ad avere i loro costumi? Ecco come è iniziato. E io amo i vestiti. I vestiti che indossiamo ogni mattina ci danno una mano – un abito, una gonna, dei leggings fantasia – contribuiscono a caratterizzare la nostra identità per la giornata. L’eroe che vogliamo essere.
Hai lanciato HEROINE CHIC con Audrey Mok. Mi può dire come vi siete organizzati per lavorare insieme e riuscire a realizzare così velocemente un webcomic?Audrey è un’artista fantastica. Vive a Hong Kong e il 99% della nostra comunicazione è via e-mail. Io le mando tutti i testi, che vanno avanti e indietro. La città di New York è un grande personaggio della nostra storia, e utilizziamo tantissime foto – anche di luoghi molto specifici di New York -come riferimento, per essere sicuri di essere precisi.
Ricerchiamo sempre abiti e gioielli e scarpe – tantissime scarpe! – per ogni personaggio. E i personaggi indossano abiti diversi in ogni capitolo! C’è un grosso lavoro di preparazione, ma si tratta di una storia ambientata nel mondo della moda …dobbiamo essere precisi. Ci ha scritto una delle nostre fan chiedendoci dove poteva trovare un vestito che abbiamo usato. È stato così bello ricevere questo messaggio.
Entriamo nel vivo della striscia. Hai sempre avuto un interesse personale per la moda? Oppure cosa ti ha spinto a creare una trama incentrata sulla moda?
Amo i capi di abbigliamento più di quanto io ami la moda.
Mi piace vedere come sono costruiti gli abiti, e come stanno sul corpo. Sono un grande fan di “Project Runway” (Anthony Williams, che ha fatto parte della stagione 5 e del primo All-Stars, è “apparso” come guest star nel nostro capitolo sulla Fashion Week).
Due punti: 1) Mi piace l’idea che i vestiti creino la nostra identità e riflettano il nostro stato d’animo. Indossare abito e cravatta mi fa sentire bene, forse ancora più sicuro di me. Non è così per tutti; c’è chi calzerà un certo paio di scarpe con tacco alto quando si vuole sentire sexy. È lo stesso concetto. E 2) I costumi da supereroe elasticizzati che tutti noi vediamo sui fumetti sono entrati a far parte della moda, grazie all’abbigliamento sportivo.
E dato che sempre più frequentemente i fumetti si trasformano in programmi televisivi e film, quei costumi devono esser fedeli alla fonte, ovvero ai fumetti, ma devono anche essere indossabili. Ciò che ha quindi reso “Heroine Chic” così attuale è stata proprio la confluenza di tutte queste idee.
A parte il contesto legato alla moda, cosa distingue Heroine Chic dalle altre strisce?
Ero molto interessato a raffigurare l’immagine positiva di una ventenne. Una giovane donna con un talento creativo, appassionata del proprio lavoro, alla disperata ricerca di far procedere al meglio tutti gli aspetti della sua vita. Non credo a questi discorsi sulla Generazione Y, basati su narcisismo e privilegio. A volte sono cose vere, certo.
Ma le donne che conosco non sono così. Queste donne vogliono davvero bene ai loro amici. Sono come sorelle.
Il tema degli “amici-nemici” ricorda pessimi testi di show televisivi degli anni ’90. Credo quindi che sia proprio questo che renda “Heroine Chic” diverso. Inoltre, non prendo la vita troppo sul serio…e credo ci siano degli aspetti dei fumetti e dei supereroi assolutamente idioti. “Heroine Chic” utilizza la moda per alzare il sipario sui supereroi. Inoltre, ci sono alcune aspetti della moda che vale la pena prendere in giro. Coinvolgendo i supereroi, riusciamo a farlo.
Heroine Chic è stata ispirata da qualche stilista o figura prominente nella moda? Quale?
Dyna Cuff, la designer per la quale Zoe lavora, è ispirata ad un tipo di donna come Anna Wintour – una donna molto sicura di sé e di potere, che non da alcun peso agli stupidi – ma che sa come gestire i clienti. Essendomi documentato parecchio sugli stilisti, ho cercato di usare stili e look molto diversi, non rispecchiando quindi nessun designer in particolare. Ma amo Brioni e Stella McCartney, e la cosa bella è che posso aprire Vogue e setacciare il sito web di Barney e passare al vaglio tutti i cataloghi dei grandi magazzini, e trovare dei pezzi eccezionali che ispirano la moda della nostra supereroe.
Uno stivale di un designer indipendente in Ungheria. Gli orecchini di un designer di gioielli di L.A. E mi piace Marc Jacobs e un nuovo negozio a New York, & Other Stories, che fa parte del gruppo H&M. E Lululemon. Mi entra tutto in testa e viene fuori in maniera totalmente diversa. E grazie a tutte queste persone!
Fumetti contro libri. Leggi? Che tipo di libri ti piace di più?
Leggo più libri che fumetti. Molta saggistica di nicchia, dalla biografia di Rin Tin Tin al volume sui sex club durante la Repubblica di Weimar.
Amo i libri sugli chef e sui ristoranti. Sul mio Kindle non mancano mai i romanzi storici. Per “Heroine Chic” ho letto tantissimi libri sulla moda e sui vestiti…il libro di Kelly Cutrone e “Fear and Clothing” (ho letto tutto di Cintra Wilson) e il libro di Diane Von Furstenberg. Moltissimi libri di moda.
Progetti futuri?
La storia di Zoe è solo all’inizio … quindi spero di portare avanti “Heroine Chic” – mi piacerebbe davvero riuscire ad entrare più nel dettaglio del processo di progettazione e realizzazione dei capi di abbigliamento … e sto lavorando a un romanzo per giovani adulti con questi personaggi. E c’è una storia di fantasmi fighissima alla quale sto lavorando. Qualsiasi cosa io faccia dopo, i personaggi saranno ben vestiti.
Un sogno …
Milano in primavera. Indosso pantaloni da yoga e sneakers e una t-shirt, e mi trovo da Brioni, dove mi chiedono se desidero una coppa di champagne mentre provo i loro abiti.
Grazie David per la disponibilità, ti aspettiamo al più presto in Italia!
Voi, invece correte a leggere Heroine Chic.