Mavì Taten, alias Vittoria Formuso è una giovane stilista torinese di adozione ma pugliese di nascita.
Abiti come mezzi espressivi. Di chi li indossa ma anche di chi li disegna.
Vestiti che celano emozioni, le trasmettono, le suscitano.
Vittoria veste una donna determinata, curiosa una donna che si diverte a creare il proprio stile. Sempre.
A lei, ho avuto il piacere di fare qualche domanda.
Mavi Taten – L’Intervista
Vittoria, come hai iniziato?
Ho iniziato su di me da adolescente; disegnavo per me i capi che non riuscivo a trovare nelle boutique, sceglievo io stessa i tessuti e i dettagli (bottoni, passamanerie, lampo) e consegnavo il progetto nelle mani delle sarte, curiosa del loro magico lavoro.
Intanto studiavo giurisprudenza a Firenze, ma compravo libri e riviste di moda e mi riempivo della bellezza e dell’arte di quella magnifica città.
Qual è stato il tuo percorso?
Dopo la laurea,la mia vera passione non tarda però a manifestarsi prepotente: mi sposto a Reggio Emilia dove mi formo in progettazione della moda dopo aver vinto un concorso per Max Mara.
Sarà l’incontro con Emy Fabbri però a segnarmi definitivamente facendo venir fuori la mia fortissima voglia di fare con le mani, e a fornirmi un’ispirazione solida è stato il suo magico atelier nel centro di Roma che ho frequentato tra studi e lavoridi modellistica per 5 anni. Il suo mestiere è creare l’eleganza. E’ lì che è nata la prima e tutte le altre collezioni di Mavì Taten!!
Qual’ è la filosofia alla base delle tue collezioni?
La filosofia di Mavì Taten si basa su un concetto semplice: un abito può essere poesia, e ciò avviene quando cerca di evocare un’atmosfera, un luogo, una sensazione.
Cosa ti ispira?
L’ispirazione può arrivare da tutto ciò che è armonia: una frase, un’architettura, un quadro, una foglia. Armonia che viene poi trasferita su un corpo attraverso l’opera di mani esperte guidate dalla passione.
Cosa ti distingue?
Ogni collezione ha le sue radici nella sartorialità, che si ritrova nei dettagli e nella costruzione dei capi, nell’eleganza minimalista, nei tessuti materici e negli accostamenti nuovi.
I capi Mavì Taten, seppur carichi di significati e reminiscenze, ( i tagli, i tessuti e i colori vengono visualizzati a partire dalla storia che si vuole raccontare), non perdono mai di vista il loro scopo principale: vestire il corpo. L’eleganza minimalista di ogni collezione parte dal desiderio di dare grinta al corpo femminile, esaltandone le caratteristiche sensuali, come il punto vita e le spalle.
Progetti in corso.
Attualmente mi sto dedicando al concetto di divisa, tanto analizzato e ripreso in ogni epoca e da tutti gli stilisti; vorrei anche io dare la mia visione..
Progetti futuri?
In futuro vorrei continuare a sviluppare le collaborazioni con amici artisti per far entrare il loro lavoro nelle immagini del brand, e poi avere uno spazio su strada tutto mio, fatto di continue contaminazioni con visioni e persone.
Un tuo pregio e un tuo difetto.
Un mio pregio è essere testarda, e dunque questo mi porta ad essere determinata nel provare e riprovare ciò che sono sicura di voler portare avanti e in cui credo, ma questo è anche il mio difetto.
Passioni oltre alla Moda?
Altra passione è il cinema, come posso non essere attratta dalle storie raccontate per immagini? Dato che io stessa cerco di raccontare storie attraverso le mie collezioni.
Ho anche collaborato con i capi Mavì Taten ad alcuni progetti cinematografici; in autunno dovrebbe uscire nelle sale un nuovo film in cui alcuni personaggi sono vestiti Mavì Taten.
Torino, il tuo angolo del cuore.
Torino…. Che viene dopo Roma, Parigi, Reggio Emilia, Firenze, e naturalmente dopo Grottaglie, il mio paese. Sono sempre stata attratta dai luoghi, credo abbiano una certa forza e influenza sulle azioni e la vita di chi li abita.
Torino l’ho scelta, come è stato anche per le altre città in cui ho vissuto dopo la puglia.
Trovo che sia un posto magico, pieno di contaminazioni, di energie positive, di voglia di cose nuove. Mi piacciono la sua eleganza e i suoi contrasti, mi piace passeggiare al Valentino, lungo i murazzi del Po, rimanere a bocca aperta quando all’improvviso vedo le Alpi, ma più di tutto mi piace rimanere affacciata alle finestre della mia casa su una piazzetta bellissima, in San Salvario, dove quando c’è il sole sono in Italia e quando il cielo è grigio improvvisamente sono all’estero.