Emerging brands. Melanie Elturk, Haute Hijab e un preambolo
Questo Post per essere capito, necessita di un preambolo perchè nasce non solo dalla mia curiosità per la Moda a 360 gradi ma prende spunto da un’evento specifico che si è tenuto a Torino nello scorso mese di Luglio.
A Palazzo Civico, infatti, si è svolta la tavola Rotonda Turin Modest Fashion dove si è parlato diffusamente di moda islamica e si sono resi noti alcuni numeri di questo fenomeno nel mondo. I consumatori musulmani nel mondo hanno speso in abiti e calzature 266miliardi di dollari nel 2013, l’11,9% della spesa mondiale in questi prodotti. Provate a immaginare che,se questo mercato fosse una nazione, sarebbe la terza del mondo dopo Stati Uniti (494 miliardi di dollari) e Cina (285 miliardi di dollari).
Inoltre si stima che nel 2019 questo valore possa raggiungere i 484 miliardi di dollari. I paesi con il più alto numero di consumatori musulmani (dati del 2013) sono la Turchia (39.3 miliardi di dollari) gli Emirati Arabi Uniti (22.5 miliardi di dollari), l’Indonesia (18.8 miliardi di dollari), l’Iran (17.1 miliardi di dollari), Arabia Saudita (16 miliardi di dollari) e la Nigeria (14.4 miliardi di dollari). L’industria della moda Islamica sta crescendo rapidamente al punto che nel Report Mondiale sull’Economia Islamica 2014 Thomson Reuters e DinarStandard hanno introdotto un apposito indicatore il “Modest Fashion Indicator” (MFI) che valuta lo stato di salute e lo sviluppo dell’eco sistema della Moda Islamica in 72 paesi.
Per vostra curiosità, aggiungo che l’indicatore basa la sua valutazione su specifici fattori come il numero di fornitori in rapporto alle dimensioni del paese (esportazione di abiti verso paesi OIC /Organizzazione della Cooperazione Islamica), la percezione (numero di nuovi capi ed eventi) e l’impatto sociale (indice dei prezzi degli abiti e indice dell’etica del lavoro).
L’incontro organizzato a Torino in collaborazione con Thomson Reuters, Dubai Chamber con il sostegno del Dubai Islamic Economy Development Centre (DIEDC) ha approfondito i punti di forza e di debolezza della filiera produttiva esistente partendo da una analisi dei marchi leader operanti specificatamente sotto l’etichetta di Modest Fashion per arrivare ad analizzare il fenomeno delle nuove tendenze di questo settore.
Insomma si tratta di un mercato estremamente dinamico e in evoluzione che sicuramente è destinato a crescere nei prossimi anni.
Non a caso alcuni importanti player del settore Moda – vedi H&M e Dolce e Gabbana – hanno realizzato una linea di velie vesti dedicati alle donne mussulmane.
Per questo motivo mi è sembrato doveroso parlarne e per farlo ho deciso di selezionare quello che mi è parso essere il brand più significativo presente all’incontro torinese: Haute Hijab.
Ceo del brand è Melanie Elturk, donna cosmopolita e dinamica che nel 2010 ha dato vita a questo brand online con sede negli Stati Uniti.
Sì perchè Melanie è nata in America anche se la sua cultura ha radici profonde nell’islam, ed è suo padre ad incoraggiarla ad indossare lo Hijab all’età di 13 anni.
Lo Hijab rappresenta la modestia, quella stessa modestia che è parte integrante della cultura islamica e che traspare dal modo in qui le donne islamiche si vestono, parlano e si comportano. Lo hijab è rigore, e pietà ma non per questo deve essere inteso come simbolo costrittivo, anzi deve rappresentare la libertà, di essere sè stesse.
“Don’t let anyone tell you who you are, you tell them who you are. Know yourself inside and out, be proud of who you are, and don’t put yourself down for anyone. It’s only when we can truly embrace our own identities and totally own it that we have any chance of bringing positive change to the world. Changing yourself to satisfy the people around you, or making yourself smaller so that you don’t get in the way of others, never got anyone into a history book.” Quote in the Bluebell Fields Scarf ?
I capi realizzati da Haute Hijab, sono artigianali, curati nei minimi dettagli e realizzati con materiali di altissima qualità.
Così Melanie è riuscita a trasformare a attualizzare lo hijad oltre ovviamente a proporre tutta una serie di capi da indossare nel quotidiano. Nel suo store si possono acquistare, abiti, sciarpe e capi essenziali – mini abiti, top, tshirt.
Una Moda attuale, per le donne Islamiche di oggi, senza dimenticare la propria essenza e la propria cultura.
Che la Moda possa diventare veicolo per abbattere le barriere culturali? Noi, ce lo auguriamo!